Monviso
m.3841 dal biv. Boarelli
Difficoltà: PD max II+ caschetto, corda - Dislivello:
1°giorno
1200m. 2°giorno 1000m.
Partenza
da Castello di Pontechianale
in val Varaita. Il percorso è quello storico della prima ascensione
alla vetta del 1861.
Appena prima di Castello imboccare la
ripida carrozzabile sulla destra
in prossimità del tornante. Seguire la traccia del sentiero GTA che
sale sulla DX orografica del torrente Vallanta. Proseguire sul
sentiero principale ignorando le deviazioni, giungendo ad alcune baite
diroccate, poi attraversiamo un ponte carrozzabile. Poco oltre troviamo
un masso con scritte gialle "Ezio Nicoli" e "Monviso sud", qui girare
subito a destra (1h). Qualche passo oltre troviamo una palina
"Biv.Berardo", proseguire ancora per qualche decina di metri dove
troveremo un altro bivio: prendere a destra il sentiero ben segnalato
da bolli gialli che conduce al bivacco del Lago delle Forciolline.
Dopo
un bel tratto alberato giungiamo
ad un vallone pianeggiante con numerosi alberi abbattuti dalle slavine.
Si prosegue dentro il ripido canalone dove si dovrà guadare un paio di
volte il torrente. Ci sono cavi metallici in diversi punti per aiutarci
in alcuni passaggi rocciosi. Alla fine del canalone (2h30') il terreno
si sviluppa su una pietraia ma la pendenza migliora. Dopo vari risalti
e un passaggio sotto un grande masso appoggiato alla parete si arriva
finalmente ai laghi dove si scorge il biv. Alessandra Boarelli a 2835m.
detto "delle Forciolline"(3h15').
Il bivacco è stato costruito nel 2005.
Molto confortevole è dotato di 12 posti e di impianto radio di
emergenza collegato col soccorso 118 di Torino in quanto i cellulari in
questa conca non vengono raggiunti dalla rete. Ha un ottimo sistema di
illuminazione ricaricato con pannello solare. C'è persino un locale col
fornello a gas ma sfortunatamente abbiamo trovato la bombola vuota.
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Abbiamo affrontato il percorso ad inizio luglio quando c'è ancora neve
sulla parete sud del Viso. In queste condizioni è consigliabile avere i
ramponi e magari la picozza soprattutto per la sicurezza in discesa.
Noi avevamo solo la picozza, abbiamo fatto MOLTA attenzione in discesa.
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Il giorno seguente siamo partiti
all'alba seguendo le indicazioni per le Sagnette. Si scende leggermente
fino ad arrivare ad un passaggio su rocce a picco sul lago. C'è un cavo
d'acciaio ad aiutarci. Seguendo sempre i bolli gialli troviamo quindi
la caverna M.Croz. Risaliamo costeggiando la sponda sinistra di un
altro lago. Qualche minuto dopo troviamo ancora un bivio per il biv.
Berardo. Andiamo a destra mantenendoci al centro del vallone. Non
raggiungeremo il passo delle Sagnette (ora assai vicino) dal quale
provengono gli alpinisti dal rif. Sella. Dopo numerosi risalti
detritici (e piccoli nevai in luglio) giungiamo alla morena dello
scomparso ghiacciaio Sella. Percorriamo il faticoso bordo DX della
morena fino all'evidente intaglio di una rampa che sale al biv.
Andreotti (circa 2h). Qui è consigliato indossare il casco. Proseguiamo
sul nevaio sopra al bivacco arrivando all'attacco della cengia
orizzontale che procede verso sinistra.
Terminata
la cengia orizzontale si cambia direzione salendo verso DX nei pressi
di una cascatella (3400m. 2h30'). Inizia il percorso di risalti con
facile arrampicata che non arriverà mai al III grado, indicato sempre
da segni gialli. Attenzione alla roccia molto levigata dai
numerosissimi passaggi di scarponi. Tuttavia la maggiore difficoltà
consiste nel non smuovere sassi. Ad ogni passo si rischia di far cadere detriti a valle!
Risaliamo fino ad un diedro che forma a sx un camino
(chiodo) che può essere aggirato a destra. Si prosegue a sinistra su
una cengia fino alla "sala da pranzo". Ancora per crestine e risalti
fino alla rossa guglia del "duomo di Milano". Più in alto una serie di
passaggi obbligati detti i "Fornelli". Siamo quasi arrivati. Ci attende
ancora un passaggio caratteristico la "testa d'aquila", che si aggira a
DX su un sentierino stretto tra un masso che fa da parapetto e la
parete. Poco oltre, su uno spiazzo troviamo un ancoraggio, un fittone
metallico. Ancora pochi metri e siamo in vetta in 3h 45min.
In discesa si impiega quasi lo
stesso
tempo che per la salita. Si raccomanda estrema cautela!
Nuovo Rif. GONELLA m.3071
Difficoltà: PD corda - picozza -
ramponi Ore: 4/5
Partenza
da La Visaille in fondo alla val Veny. In circa un'ora si raggiunge la
conca erbosa dove sorge la Cabane du Combal 1970m. Si sale al bordo della morena per pochi minuti, poi
ci si sposta al centro del ghiacciaio del Miage. Bolli gialli e ometti
indicano in percorso. Non è ancora necessario legarsi ma attenzione ai
buchi di fusione. Si percorre totalmente il ghiacciaio fino a
raggiungere la zona crepacciata dove ci si lega. Si arriva quindi
all'attacco del sentiero indicato da grandi segni di vernice 2650m. Si
percorre la rampa rocciosa che obliqua verso destra alla base delle
Aiguilles Grises. Troveremo catene ed alcune scalette nei punti piu'
critici.
Dopo
aver compiuto numerosi piccoli tornanti, canalini ripidi e zone
detritiche, arriviamo ad un nevaio che attraversiamo per qualche metro
in orizzontale poi giriamo a sx e lo risaliamo (45°) fino all'attacco
delle ultime corde fisse. Risaliamo il ripido bastione che porta al
rifugio raggiungendolo in 4h 45min. Ci siamo stati il 24 luglio 2011,
giorno dell'inaugurazione ufficiale. Però, a causa del tempo non
bellissimo, c'erano pochissime persone ed il rito ufficiale con le
autorità non c'è stato. L'elicottero non potè alzarsi. Meglio così. Le
autorità dovrebbero mettersi gli scarponi e salire a piedi, ogni tanto.
Fotografie:
Mauro Prella.
Bivacco LAMPUGNANI-GRASSI m.3885 e bivacco
Marco CRIPPA m.3850
al pic Eccles - Val Veny. Ore 4/5 dal Rif.
Monzino
Dal
Rifugio Monzino salire il
sentierino sul pendio erboso per raggiungere la ripida morena dell’ex
ghiacciaio del Chatelet (ometti); sul filo della morena andare verso
sinistra in leggera discesa per reperire, attraverso ripidi
sfasciumi, una seconda morena proprio sotto la parete sud-ovest della
Punta Innominata. Terminata la morena (grosso ometto) traversare
verso sinistra in piano per arrivare alla base del Ghiacciaio del
Brouillard.
La
salita del ghiacciaio può risultare
non elementare a seconda delle condizioni. Al centro è più
crepacciato: salire preferibilmente sulla destra del ghiacciaio, a
volte con pendii molto ripidi, evitando di stare attaccati alla
parete poiché soggetta a caduta sassi nelle ore calde. Si
sbuca poi in un pianoro che va attraversato verso sinistra, facendo
molta attenzione ai crepacci, fino ad arrivare sotto ad un cono
nevoso che si sale a zig-zag essendo molto ripido. Dalla cima del
cono si entra nel labirinto di crepacci e seracchi. Complicata
l’individuazione del percorso senza traccia. Girando a
semicerchio sotto ad un seracco, si supera una crepaccia terminale.
Ora il pendio si raddrizza (fare sempre molta attenzione
ai crepacci) risalirlo su pendenze
da 50-55 gradi fino al Colle del Freney, quota 3600m.
Si prosegue verso nord-ovest lungo un
ripido pendio. Si aggira un gendarme subito dietro il Colle, per
arrivare ad un’altra terminale che permette di raggiungere,
attraverso qualche tiro di corda, le rocce che precedono i bivacchi,
posti proprio sulla
spalla rocciosa della cresta sud-ovest del Pic Eccles. Ancoraggi
per doppie attrezzate da
60 metri. Si è fortunati se le rocce marce che
precedono i bivacchi sono ricoperte di neve assestata, in quanto
rende la salita meno pericolosa.
Bivacchi
raggiunti nel mese di agosto 2011.
Fotografie Antonio Cocco + Alberto Panseri.